Fra i controlli che deve fare un neonato vi è lo screening audiologico neonatale, che permette di identificare la sordità genetica.
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Screening audiologico neonatale: cos’è e a cosa serve
Si tratta di un metodo di diagnosi utile ad identificare determinate malattie che si manifestano precocemente, permettendo così un intervento tempestivo.
La sordità è una di quelle malattie che grazie agli screening possono essere identificate precocemente ed attenzione possono affliggere anche i neonati che provengono da genitori non sordi.
Si tratta di un esame di routine? Non proprio, in genere viene effettuato in base alla richiesta in caso di possibile ereditarietà, normalmente se un bambino nasce sordo se non si effettuano controllo ci si potrà accorgere solo verso i 3 anni quando tarderà a manifestare le capacità linguistiche e cognitive, ma ormai il problema sarà già in stato avanzato.
Screening audiologico neonatale: come si esegue
Il test si effettua con un piccolo apparecchio mentre il neonato riposa. Il tempo impiegato è di qualche minuto per orecchio, non è invasivo, né doloroso.
In pratica viene infilato un tappino morbido nell’orecchio del neonato che registra la risposta della coclea a piccoli suoni che le vengono inviati. Il responso è istantaneo, se c’è risposta è difficile che il neonato avrà problemi uditivi.
In caso di non risposta è possibile che vi sia un deficit uditivo per cui dovranno esser condotti altri esami per scoprire di che portata sia il problema. In quest’ultimo caso i genitori vanno supportati e sostenuti.
Attraverso lo screening audiologico neonatale, individuando per tempo il problema si può aiutare immediatamente il bambino, seguirlo con metodi più efficaci o intervenendo chirurgicamente qualora sia possibile.
Chiedi informazioni dettagliate al tuo pediatra o al medico che ti segue se sei in attesa di un bambino, ricorda che la prevenzione è un grande strumento utile per facilitare la vita di bambini e genitori, condividi questo articolo!