
Amico immaginario, chi non ne ha avuto uno. Già verso i tre o quattro ani potrebbe capitarvi che vostro figlio vi presenta un amico…che non esiste.
Cosa fare? Come comportarsi? E’ un fatto preoccupante?
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Amico immaginario, colui che ascolta
Qual è la peculiarità dell’amico invisibile? E’ sempre presente e ascolta pazientemente tutto.
Molto spesso sottovalutiamo la vita dei bambini, anche loro hanno i loro problemi e piccole cose di cui hanno bisogno di parlare ma che agli occhi degli adulti non sono importanti.
L’amico invisibile fa sentire il bambino al centro dell’attenzione, risponde in modo adeguato, fa le domande giuste.
Ma il bambino è consapevole che l’amico non esiste? Sì, conosce bene il confine tra fantasia e realtà senza però farsi troppe domande o troppi dubbi sul perché della creazione di un essere immaginario.
Amico immaginario: la sua funzione
In definitiva la funzione è quella di aiutare il bambino a strutturare la sua realtà interna, i suoi pensieri, le sue fantasie con la successiva appropriazione della realtà esterna.
Non solo, aiuta anche a favorire la socializzazione ed a stabilire la propria posizione nei rapporti emotivi con sé stessi e relazionali con gli altri. In sostanza ha la funzione di migliorare la percezione che il bambino ha degli altri.
Molto spesso questo amico incarna le capacità che il bambino vorrebbe avere e non ha invece le sue paure, oppure inversamente soffre delle paure del bambino o di alcuni suoi stati che vengono proiettati e per cui va protetto o difeso.
Amico immaginario: come comportarsi
E’ molto importante che il bambino si ritagli uno spazio emotivo e non porgli troppe domande.
Cosa bisogna fare? Accettare ciò che il bambino ci propone e recitare il ruolo che lui si aspetta, senza proporre nulla.
Non c’è ovviamente da preoccuparsi, si tratta di un gioco funzionale alla crescita. Non umiliate il bambino cercando di fargli ammettere che l’amico non esiste.